Trama

Protagonista della commedia “I casi sono due” è il rozzo, furbo e bugiardo, Gaetano Esposito, cuoco, fanfarone e prevaricatore è al servizio del barone Ottavio Del Duca avanti con gli anni, depresso e  paranoico.  La scoperta di un figlio avuto da una precedente relazione spingerà il vecchio a cambiare la propria vita.
Il colpo di scena sarà sapere che  suo figlio è proprio l’indolente cuoco Gaetano che viene improvvisamente elevato al rango di baronetto. Così, il “burino” diventa barone per caso, ma i casi, appunto, sono due, perché c’è un altro pretendente al titolo ed è più credibile di Gaetano stesso, che dopo questa nuova “rivelazione” torna a rivestire i panni di cuoco.
Ma chi sarà dei due il vero baronetto? Il gioco dei riconoscimenti garantisce ritmi incalzanti e buonumore, cosi come i frequenti siparietti tra i due protagonisti. 
 

Note di Regia

I Casi sono due, per la regia di Sandro Rossino, è la versione dell’omonimo capolavoro di Armando Curcio. Scritto nel 1941, è stato reso celebre dall’interpretazione di Peppino De Filippo, che al protagonista di questa vicenda s’ispirò per il personaggio di Pappagone.

Un testo di macchietta farsesca efficace e senza cadute, che per solidità e assenza di pretese intellettuali fa pensare ad una certa scrittura teatrale anglosassone, capace di costruire meccanismi comici ad orologeria. Una commedia liberamente resa in farsa “in fantasia” in cui i punti di forza – come i casi del titolo – sembrano due.
Uno, senza tempo, è la fantasia che il regista ha voluto apportare al testo e all’ambientazione, dall’allestimento scenografico ai costumi bizzarri  ai personaggi verosimili, il secondo punto è quello di mischiare realtà e fantasia come in una storia fantastica, per riportare lo spettatore in un mondo che non gli appartiene con un pizzico di realtà che lo riporta al mondo reale.

Una commedia, leggera, priva di ogni intenzione pedagogica, e per questo piacevole, gratuita come una risata, perché tutto sommato è meglio riderci su.